Robert Capa. L’Opera 1932-1954 è il titolo della mostra che il Museo Diocesano di Milano dedica al grande fotografo di guerra, visitabile fino al 13 ottobre 2024; 300 opere, divise in 9 sezioni, ripercorrono le tappe principali della carriera, dagli esordi nel 1932 fino alla morte avvenuta nel 1954 in Indocina per lo scoppio di una mina. Ampio lo spazio dedicato al metodo di lavoro che Capa utilizzava, dal quale trapela la complicità e l’empatia che il fotografo riservava ai soggetti ritratti, soldati ma anche civili, sui terreni di scontro in cui ha maggiormente operato.
Curata daGabriel Bauret, la retrospettiva presenta immagini drammatiche come Morte di un miliziano lealista, fronte di Cordoba, Spagna, inizio settembre 1936, che documenta in senso moderno una guerra, ma anche fotografie che immortalano i momenti di svago del Tour de France, luglio 1939, simbolo di una vita che si sforza di scorrere nonostante lo spettro della battaglia.
“Se le fotografie di guerra plasmano la leggenda di Capa, nei suoi reportage lo vediamo anche guardare la realtà da diversi punti di vista, concentrandosi su quelli che il fotografo Raymond Depardon definiva “tempi deboli”, in contrapposizione ai tempi forti che solitamente mobilitano l’attenzione dei giornalisti e richiedono loro di essere i primi e più vicini.”
Gabriel Bauret
Nato in Ungheria nel 1913, con il nome di Endre Friedmann, costretto ad emigrare a Berlino, si trasferisce a Parigi dove assume lo pseudonimo di Robert Capa, un “fotografo americano” da lui inventato per conquistare credibilità presso i giornalisti. Nel corso della sua carriera, ha fotografato molte volte la guerra e le sue immagini, coraggiose e di forte impatto, lo hanno reso celebre: il 3 dicembre 1938, la prestigiosa rivista inglese Picture Post pubblicò ventisei delle foto spagnole di Capa, definendolo «il miglior fotoreporter di guerra del mondo».
Nel 1947, insieme a Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David “Chim” Seymour e William Vandivert fonda la Magnum Photos, la più importante agenzia di fotogiornalismo del mondo.
“Se le vostre foto non sono sufficientemente buone, vuol dire che non siete andati abbastanza vicino”
Robert Capa
Robert Capa, Leggermente fuori fuoco / Slightly out of focus, Contrasto, 2002
Robert Capa
Robert Capa. L’Opera 1932-1954 è il titolo della mostra che il Museo Diocesano di Milano dedica al grande fotografo di guerra, visitabile fino al 13 ottobre 2024; 300 opere, divise in 9 sezioni, ripercorrono le tappe principali della carriera, dagli esordi nel 1932 fino alla morte avvenuta nel 1954 in Indocina per lo scoppio di una mina. Ampio lo spazio dedicato al metodo di lavoro che Capa utilizzava, dal quale trapela la complicità e l’empatia che il fotografo riservava ai soggetti ritratti, soldati ma anche civili, sui terreni di scontro in cui ha maggiormente operato.
Curata da Gabriel Bauret, la retrospettiva presenta immagini drammatiche come Morte di un miliziano lealista, fronte di Cordoba, Spagna, inizio settembre 1936, che documenta in senso moderno una guerra, ma anche fotografie che immortalano i momenti di svago del Tour de France, luglio 1939, simbolo di una vita che si sforza di scorrere nonostante lo spettro della battaglia.
“Se le fotografie di guerra plasmano la leggenda di Capa, nei suoi reportage lo vediamo anche guardare la realtà da diversi punti di vista, concentrandosi su quelli che il fotografo Raymond Depardon definiva “tempi deboli”, in contrapposizione ai tempi forti che solitamente mobilitano l’attenzione dei giornalisti e richiedono loro di essere i primi e più vicini.”
Gabriel Bauret
Nato in Ungheria nel 1913, con il nome di Endre Friedmann, costretto ad emigrare a Berlino, si trasferisce a Parigi dove assume lo pseudonimo di Robert Capa, un “fotografo americano” da lui inventato per conquistare credibilità presso i giornalisti. Nel corso della sua carriera, ha fotografato molte volte la guerra e le sue immagini, coraggiose e di forte impatto, lo hanno reso celebre: il 3 dicembre 1938, la prestigiosa rivista inglese Picture Post pubblicò ventisei delle foto spagnole di Capa, definendolo «il miglior fotoreporter di guerra del mondo».
Nel 1947, insieme a Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David “Chim” Seymour e William Vandivert fonda la Magnum Photos, la più importante agenzia di fotogiornalismo del mondo.
“Se le vostre foto non sono sufficientemente buone, vuol dire che non siete andati abbastanza vicino”
Robert Capa
Robert Capa, Leggermente fuori fuoco / Slightly out of focus, Contrasto, 2002
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