Ancora per pochi giorni, fino all’8 ottobre 2023, presso Villa Bardini a Firenze, è possibile visitare la mostra “Lisetta Carmi. Suonare Forte”: 180 fotografie scattate in vent’anni di vita professionale che propongono uno spaccato dei più importanti progetti fotografici di Lisetta Carmi. Una mostra dedicata alla grande fotografa che evoca la sua formazione di pianista ma soprattutto il coraggio di cambiare direzione, di seguire la sua ostinata volontà di dare voce agli ultimi.
Lisetta Carmi nasce a Genova il 15 febbraio del 1924 in una famiglia di origine ebraica. Sopravvissuta alle persecuzioni razziali che la costringono ad abbandonare gli studi, dopo la carriera da pianista, decide di dedicarsi alla fotografia: per Lei la macchina fotografica diviene uno strumento per comprendere il mondo e la condizione umana; l’obiettivo è quello di trovare risposte su sé stessa per lenire l’angoscia esistenziale che sente dentro.
In circa venti anni di attività da fotografa, produce un vastissimo archivio; firma reportage di denuncia sociale sui portuali genovesi costretti a lavorare in condizioni complesse, quasi inumane: si ricordano Italsider del 1962, scatti sui cantieri e gli interni delle acciaierie e Genova Porto del 1964.
Sempre negli anni sessanta, fotografa diversi artisti e intellettuali del tempo come Lucio Fontana, Leonardo Sciascia, Ezra Pound: con lo scatto di quest’ultimo vince il premio Niépce. Nel 1972 pubblica per Essedi Editrice Travestiti, un libro che fa scandalo a tal punto da non essere esposto dalle librerie del tempo; oggi è considerato un pezzo di storia della fotografia italiana.
Dopo aver viaggiato tra Afghanistan, Pakistan, Israele, Palestina e America Latina, Lisetta considera concluso il suo lavoro da fotografa: si trasferisce in un trullo a Costernino, in Puglia, per dedicarsi alla religione e alla spiritualità; qui muore nell’estate del 2022.
Lisetta Carmi
Ancora per pochi giorni, fino all’8 ottobre 2023, presso Villa Bardini a Firenze, è possibile visitare la mostra “Lisetta Carmi. Suonare Forte”: 180 fotografie scattate in vent’anni di vita professionale che propongono uno spaccato dei più importanti progetti fotografici di Lisetta Carmi. Una mostra dedicata alla grande fotografa che evoca la sua formazione di pianista ma soprattutto il coraggio di cambiare direzione, di seguire la sua ostinata volontà di dare voce agli ultimi.
Lisetta Carmi nasce a Genova il 15 febbraio del 1924 in una famiglia di origine ebraica. Sopravvissuta alle persecuzioni razziali che la costringono ad abbandonare gli studi, dopo la carriera da pianista, decide di dedicarsi alla fotografia: per Lei la macchina fotografica diviene uno strumento per comprendere il mondo e la condizione umana; l’obiettivo è quello di trovare risposte su sé stessa per lenire l’angoscia esistenziale che sente dentro.
In circa venti anni di attività da fotografa, produce un vastissimo archivio; firma reportage di denuncia sociale sui portuali genovesi costretti a lavorare in condizioni complesse, quasi inumane: si ricordano Italsider del 1962, scatti sui cantieri e gli interni delle acciaierie e Genova Porto del 1964.
Sempre negli anni sessanta, fotografa diversi artisti e intellettuali del tempo come Lucio Fontana, Leonardo Sciascia, Ezra Pound: con lo scatto di quest’ultimo vince il premio Niépce. Nel 1972 pubblica per Essedi Editrice Travestiti, un libro che fa scandalo a tal punto da non essere esposto dalle librerie del tempo; oggi è considerato un pezzo di storia della fotografia italiana.
Dopo aver viaggiato tra Afghanistan, Pakistan, Israele, Palestina e America Latina, Lisetta considera concluso il suo lavoro da fotografa: si trasferisce in un trullo a Costernino, in Puglia, per dedicarsi alla religione e alla spiritualità; qui muore nell’estate del 2022.
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