Considerato uno dei padri della fotografia sociale, intesa come ricerca fotografica mirata a stimolare una reazione di fronte a delle specifiche condizioni umane, è famoso per avere documentato le condizioni degli immigrati a New York. Nato nel maggio del 1849, nel 1877 diventa giornalista di cronaca nera per il New York Tribune: consapevole del forte potere dell’immagine, decide di affiancare ai suoi articoli, alle sue storie, le fotografia scattate nei bassifondi newyorkesi: sono proprio le sue immagini a rivelare le drammatiche condizioni in cui vivono gli immigrati di New York; il lavoro fotografico confluirà nella raccolta How the Other Half Lives – Come l’altra metà vive – del 1890.
Il successo è immediato: nei seguenti 5 anni, vengono pubblicate 11 edizioni del libro. Il suo intento è quello di fare appello alle coscienze e alle paure della classe medio-alta, dimostrando, provocatoriamente, come gli indigenti, lasciati in quello stato, potessero diventare pericolosi per la città ; la denuncia di Riis ottiene l’effetto desiderato, contribuendo all’attuazione di un piano di progressivo adeguamento delle abitazioni a delle condizioni più umane.
È trascorso più di un secolo da quegli scatti, eppure le immagini di Riis sono, per alcuni aspetti, ancora attuali: rappresentano il malessere esistenziale, la povertà e la miseria nella quale, da sempre, seppur in modalità differenti, si trovano milioni di esseri umani ai margini di tutte le metropoli del mondo.
Jacob Riis
Considerato uno dei padri della fotografia sociale, intesa come ricerca fotografica mirata a stimolare una reazione di fronte a delle specifiche condizioni umane, è famoso per avere documentato le condizioni degli immigrati a New York. Nato nel maggio del 1849, nel 1877 diventa giornalista di cronaca nera per il New York Tribune: consapevole del forte potere dell’immagine, decide di affiancare ai suoi articoli, alle sue storie, le fotografia scattate nei bassifondi newyorkesi: sono proprio le sue immagini a rivelare le drammatiche condizioni in cui vivono gli immigrati di New York; il lavoro fotografico confluirà nella raccolta How the Other Half Lives – Come l’altra metà vive – del 1890.
Il successo è immediato: nei seguenti 5 anni, vengono pubblicate 11 edizioni del libro. Il suo intento è quello di fare appello alle coscienze e alle paure della classe medio-alta, dimostrando, provocatoriamente, come gli indigenti, lasciati in quello stato, potessero diventare pericolosi per la città ; la denuncia di Riis ottiene l’effetto desiderato, contribuendo all’attuazione di un piano di progressivo adeguamento delle abitazioni a delle condizioni più umane.
È trascorso più di un secolo da quegli scatti, eppure le immagini di Riis sono, per alcuni aspetti, ancora attuali: rappresentano il malessere esistenziale, la povertà e la miseria nella quale, da sempre, seppur in modalità differenti, si trovano milioni di esseri umani ai margini di tutte le metropoli del mondo.
foto: www.wonews.it