Nato nel settembre del 1977 a Stara Zagora, a poche centinaia di chilometri dalla capitale bulgara Sofia, già a 15 anni si appassiona alla fotografia.
Dopo aver avviato gli studi in Ingegneria Civile, inizia un lungo viaggio in autobus attraversando la Serbia, la Slovenia, l’Italia, fino a raggiungere, nel 2001, Montpellier in Francia, dove si iscrive all’Università per studiare il francese. Vive nella precarietà fino al 2007 quando, con l’entrata della Bulgaria nell’Unione Europea, la sua vita cambia. Questo momento rappresenta la realizzazione di un vecchio sogno, nonché la conclusione del lungo e doloroso capitolo comunista; un sogno, subito infranto, dalla profonda influenza lasciata da tale ideologia sul Paese, che ne impedisce qualunque miglioramento. Nasce così T(h)races, il progetto fotografico di Vasilev, un documentario delle contraddizioni di una Bulgaria in bilico tra due mondi, caratterizzata da rapidi e brutali cambiamenti che egli stesso fatica a riconoscere. Commedie bizzarre, stravaganti, e poi storie tenere o drammatiche, spesso violente, enfatizzate dalla presenza di armi. È il racconto contemporaneo di un cittadino bulgaro e, allo stesso tempo, di uno europeo: una doppia cultura presente in Bulgaria, un Paese che, secondo il fotografo, cerca di “uscire” da un passato opprimente per avvicinarsi all’Occidente nella speranza di preservare la propria identità; un caos vero e proprio, incessante e incomprensibile che egli ritrae.
Vladimir Vasilev
Nato nel settembre del 1977 a Stara Zagora, a poche centinaia di chilometri dalla capitale bulgara Sofia, già a 15 anni si appassiona alla fotografia.
Dopo aver avviato gli studi in Ingegneria Civile, inizia un lungo viaggio in autobus attraversando la Serbia, la Slovenia, l’Italia, fino a raggiungere, nel 2001, Montpellier in Francia, dove si iscrive all’Università per studiare il francese. Vive nella precarietà fino al 2007 quando, con l’entrata della Bulgaria nell’Unione Europea, la sua vita cambia. Questo momento rappresenta la realizzazione di un vecchio sogno, nonché la conclusione del lungo e doloroso capitolo comunista; un sogno, subito infranto, dalla profonda influenza lasciata da tale ideologia sul Paese, che ne impedisce qualunque miglioramento. Nasce così T(h)races, il progetto fotografico di Vasilev, un documentario delle contraddizioni di una Bulgaria in bilico tra due mondi, caratterizzata da rapidi e brutali cambiamenti che egli stesso fatica a riconoscere. Commedie bizzarre, stravaganti, e poi storie tenere o drammatiche, spesso violente, enfatizzate dalla presenza di armi. È il racconto contemporaneo di un cittadino bulgaro e, allo stesso tempo, di uno europeo: una doppia cultura presente in Bulgaria, un Paese che, secondo il fotografo, cerca di “uscire” da un passato opprimente per avvicinarsi all’Occidente nella speranza di preservare la propria identità; un caos vero e proprio, incessante e incomprensibile che egli ritrae.