Fan Ho è stato uno dei fotografi asiatici più influenti del ventesimo secolo. Soprannominato “il grande maestro”, il fotografo cinese racconta, attraverso un uso armonico del bianco e nero, la vita di strada, lasciandoci un repertorio di scatti epici che ritraggono gli anni ’50 e ’60 della città. Nato nel 1937 e cresciuto a Canton (l’odierna Guangzhou), Fan Ho ha ricevuto in dono dal padre nel suo quattordicesimo compleanno. Da allora si è innamorato della fotografia e del procedimento di sviluppo del negativo, per il quale ha usato la vasca da bagno di casa. Nel 1949, a causa della deriva comunista cinese, si è trasferito con la famiglia a Hong Kong. Nelle fotografie di Fan Ho non vi è traccia della disperazione, della povertà e il tumulto del periodo storico. Il fotografo cinese è riuscito a catturare una città quasi vuota, concentrandosi sui singoli soggetti e scene cittadine teatralizzando la vita quotidiana, fino ad astrarla ed avvolgerla in un alone di racconto poetico. La figura umana al centro di questa testimonianza artistica. Attraverso un occhio non troppo vicino, né troppo lontano, il fotografo cinese offre uno spaccato seducente dei vicoli, dei mercati e delle strade. Nonostante scattasse nel formato 6 × 6 della Biottica, Fan Ho ricorreva spesso al ritaglio per aggiustare alla perfezione la composizione delle sue immagini. Fan Ho scattava le sue foto la mattina presto o la sera tardi, ogni volta che il sole era molto basso all’orizzonte, in modo che le scene avessero delle ombre lunghe che fornissero profondità al bianco e nero. Le linee spesso ricercate nell’immagine, vengono combinate, ora con lunghe ombre, ora con differenti angoli prospettici o costruzioni geometriche, per attirare l’occhio dello spettatore sul soggetto. I soggetti si muovono in questi quadri attraverso direzioni diverse, ora lungo il piano inclinato, ora verso i bordi esterni dell’immagine, creando una sensazione di dinamismo.
Fan Ho ha lavorato per diversi anni nel cinema, prima come attore, poi come regista. Alcuni dei suoi film hanno fatto parte della selezione ufficiale dei festival internazionali di Cannes, Berlino e San Francisco. Vincitore di quasi 300 premi di fotografia, nazionali e internazionali, il fotografo cinese ha continuato, durante tutto l’arco della sua vita, la sua ricerca fotografica. I suoi lavori fanno parte di diverse collezioni private e pubbliche quali il M Museum di Hong Kong, la Bibliothèque National de Francedi Parigi e il San Francisco Museum of Modern Art. Morto di polmonite, il 19 giugno del 2016, a San Jose, in California, all’età di 84 anni, Fan Ho ci ha lasciato immagini di una bellezza atemporale, fotografie che non possono essere datate nel tempo, che restituiscono l’immortalità lirica dell’armonia.
Fan Ho
Fan Ho è stato uno dei fotografi asiatici più influenti del ventesimo secolo. Soprannominato “il grande maestro”, il fotografo cinese racconta, attraverso un uso armonico del bianco e nero, la vita di strada, lasciandoci un repertorio di scatti epici che ritraggono gli anni ’50 e ’60 della città. Nato nel 1937 e cresciuto a Canton (l’odierna Guangzhou), Fan Ho ha ricevuto in dono dal padre nel suo quattordicesimo compleanno. Da allora si è innamorato della fotografia e del procedimento di sviluppo del negativo, per il quale ha usato la vasca da bagno di casa. Nel 1949, a causa della deriva comunista cinese, si è trasferito con la famiglia a Hong Kong. Nelle fotografie di Fan Ho non vi è traccia della disperazione, della povertà e il tumulto del periodo storico. Il fotografo cinese è riuscito a catturare una città quasi vuota, concentrandosi sui singoli soggetti e scene cittadine teatralizzando la vita quotidiana, fino ad astrarla ed avvolgerla in un alone di racconto poetico. La figura umana al centro di questa testimonianza artistica. Attraverso un occhio non troppo vicino, né troppo lontano, il fotografo cinese offre uno spaccato seducente dei vicoli, dei mercati e delle strade. Nonostante scattasse nel formato 6 × 6 della Biottica, Fan Ho ricorreva spesso al ritaglio per aggiustare alla perfezione la composizione delle sue immagini. Fan Ho scattava le sue foto la mattina presto o la sera tardi, ogni volta che il sole era molto basso all’orizzonte, in modo che le scene avessero delle ombre lunghe che fornissero profondità al bianco e nero. Le linee spesso ricercate nell’immagine, vengono combinate, ora con lunghe ombre, ora con differenti angoli prospettici o costruzioni geometriche, per attirare l’occhio dello spettatore sul soggetto. I soggetti si muovono in questi quadri attraverso direzioni diverse, ora lungo il piano inclinato, ora verso i bordi esterni dell’immagine, creando una sensazione di dinamismo.
Fan Ho ha lavorato per diversi anni nel cinema, prima come attore, poi come regista. Alcuni dei suoi film hanno fatto parte della selezione ufficiale dei festival internazionali di Cannes, Berlino e San Francisco. Vincitore di quasi 300 premi di fotografia, nazionali e internazionali, il fotografo cinese ha continuato, durante tutto l’arco della sua vita, la sua ricerca fotografica. I suoi lavori fanno parte di diverse collezioni private e pubbliche quali il M Museum di Hong Kong, la Bibliothèque National de Francedi Parigi e il San Francisco Museum of Modern Art. Morto di polmonite, il 19 giugno del 2016, a San Jose, in California, all’età di 84 anni, Fan Ho ci ha lasciato immagini di una bellezza atemporale, fotografie che non possono essere datate nel tempo, che restituiscono l’immortalità lirica dell’armonia.